Con un comunicato stampa a margine della Conferenza sui Cambiamenti
Climatici di Varsavia (COP19) il Ministro Orlando ha annunciato di voler
incontrare a Roma le associazioni ambientaliste “per giungere ad
un'azione condivisa sui cambiamenti climatici tra politica e società
civile" ritenendo "essenziale coinvolgere non solo gli addetti ai
lavori, ma tutte le espressioni della società nell' elaborazione delle
politiche di contrasto ai cambiamenti climatici”.
Le centrali a carbone italiane sono vetuste e tutte a buona ragione
inserite tra le 200 industrie inquinanti che l’EEA ha stimato come
responsabili del 50% dei danni economici provocati alla salute e
all’ambiente. Il costo complessivo delle centrali italiane oscilla tra
1,9 e 2,6 MLD€ /anno.
La Banca Mondiale, USA e UK - e a breve la Svizzera e la Germania – hanno dichiarato di
aver sospeso finanziamenti per nuove centrali a carbone che sono in fase di progressivo smantellamento nei paesi sviluppati. L’Italia dispone di una potenza installata di oltre il doppio di quella necessaria e la stessa Terna investe sull’integrazione con le reti europee e il necessario ammodernamento finalizzato ad accogliere l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili.
La retorica dominante è quella che vede Cina e India, insieme ai maggiori paesi in via di sviluppo, come massimi inquinatori. Anziché puntare il dito sulle altrui responsabilità, mentre ci attiviamo nell’opera di giusta persuasione, è opportuno che anche l’Italia stabilisca una road map che consideri la progressiva dismissione delle centrali, a partire da quelle più inquinanti, e la sospensione della costruzione di quelle in progetto.
Comitati ed associazioni aderenti al Coordinamento Nazionale No Carbone e la Rete Internazionale Stop Enel, particolarmente attivi sul territorio italiano e non solo, hanno apprezzato questa proposta del Ministro Orlando di incontrare le associazioni, e attraverso una lettera inviata al Ministero chiedono di poter partecipare a questo incontro con una propria delegazione e poter esprimere le opportune valutazioni.
I Comitati e le associazioni di Brindisi, Civitavecchia, La Spezia, Porto Tolle, Rossano, Saline Joniche, Savona‐Vado‐Quiliano aderenti al progetto di Coordinamento Nazionale No Carbonemailto:noalcarboneitalia@gmail.com )
e alla Rete Internazionale Stop Enel (www.stopenel.org ‐ noenel@autistici.org)
La Banca Mondiale, USA e UK - e a breve la Svizzera e la Germania – hanno dichiarato di
aver sospeso finanziamenti per nuove centrali a carbone che sono in fase di progressivo smantellamento nei paesi sviluppati. L’Italia dispone di una potenza installata di oltre il doppio di quella necessaria e la stessa Terna investe sull’integrazione con le reti europee e il necessario ammodernamento finalizzato ad accogliere l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili.
La retorica dominante è quella che vede Cina e India, insieme ai maggiori paesi in via di sviluppo, come massimi inquinatori. Anziché puntare il dito sulle altrui responsabilità, mentre ci attiviamo nell’opera di giusta persuasione, è opportuno che anche l’Italia stabilisca una road map che consideri la progressiva dismissione delle centrali, a partire da quelle più inquinanti, e la sospensione della costruzione di quelle in progetto.
Comitati ed associazioni aderenti al Coordinamento Nazionale No Carbone e la Rete Internazionale Stop Enel, particolarmente attivi sul territorio italiano e non solo, hanno apprezzato questa proposta del Ministro Orlando di incontrare le associazioni, e attraverso una lettera inviata al Ministero chiedono di poter partecipare a questo incontro con una propria delegazione e poter esprimere le opportune valutazioni.
I Comitati e le associazioni di Brindisi, Civitavecchia, La Spezia, Porto Tolle, Rossano, Saline Joniche, Savona‐Vado‐Quiliano aderenti al progetto di Coordinamento Nazionale No Carbonemailto:noalcarboneitalia@gmail.com )
e alla Rete Internazionale Stop Enel (www.stopenel.org ‐ noenel@autistici.org)
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