"Ciao ragazzi, mi chiamo Sandro Mele , sono un artista pugliese ma vivo tra l' America latina e Roma.
A breve sarò in Puglia...dobbiamo fare un video...dobbiamo... dobbiamo costruire un cavallo di Troia!"
Questi, più o meno, sono alcuni frammenti di una telefonata con Sandro Mele, tre anni fa, quando fu invitato a partecipare alla mostra d'arte contemporanea Arts for the Earth/Natura Naturans organizzata per celebrare il 40° anniversario dell’Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra.
Ci mettemmo subito al lavoro e nacque così il video "Raccontami di Cerano", una doppia proiezione in sincrono, una video istallazione quasi "profetica" viste le attuali vicende giudiziarie che vedono coinvolta Enel e il suo impianto di Cerano. Una collaborazione, ma soprattutto una importante esperienza umana, grazie alla quale abbiamo capito che la nostra informazione, le nostre attività di denuncia, per essere più incisive dovevano necessariamente utilizzare più linguaggi, dalla musica al teatro, alle arti visive. Linguaggi apparentemente più ostili e lontani dal movimento sarebbero potuti diventare il nostro "cavallo di Troia" per raggiungere sempre più persone e nei posti meno raggiungibili.
Non sappiamo se siamo riusciti nell'intento ma noi ci riproviamo, sempre insieme a Sandro Mele e con il supporto di Meridiani Perduti, in una performance alle Manifatture Knos di Lecce nell'ambito dello STREAMFEST che quest'anno ha come tema portante l'aria, in tutte le sue possibili accezioni sia simboliche che fisiche.
La
mostra ‘Free Breeze’ curata da Francesca De Filippi attorno ai progetti
di Sandro Mele e Gianluca Marinelli entra in una delle piaghe più
dolorose e brucianti tra quelle localizzate nel territorio, riflettendo
con gli strumenti dell’arte su quale sia l’impatto che alcuni grossi
centri industriali e siderurgici (come l’ILVA di Taranto e la Centrale a
carbone di Cerano) sulla qualità della vita dei cittadini e sul loro
stato di salute.
VENERDI 20 Manifatture Knos _ Lecce
19:00 Videoproiezioni e Performance - ON AIR arte in
filodiffusione (Free Breeze )
GIANLUCA
MARINELLI
-video: ”PLA 2”, video, 2013 (8’).
Found footage realizzato con filmati della propaganda dell’Italsider (oggi Ilva) anni’60-‘70.
-video: ”L’Ambiente audio/cinetico di Antonio De Franchis”, video full hd, 2011 (15’).
La singolare esperienza di un artista-operaio dell’Italsider di Taranto,
impegnato nella realizzazione di opere cinetiche.
-video: ”PLA 2”, video, 2013 (8’).
Found footage realizzato con filmati della propaganda dell’Italsider (oggi Ilva) anni’60-‘70.
-video: ”L’Ambiente audio/cinetico di Antonio De Franchis”, video full hd, 2011 (15’).
La singolare esperienza di un artista-operaio dell’Italsider di Taranto,
impegnato nella realizzazione di opere cinetiche.
SANDRO MELE
Video proiezione
doppia “Raccontami di Cerano”, 2010 (7’)
20:00 performance del
Gruppo NO AL CARBONE, “C’erano anche
loro” a cura di Sandro Mele
"E’
ormai conclamato che la maggior concentrazione di malattie tumorali gravi si
concentrino proprio intorno a questi poli e si diffondano a macchia d’olio
poiché forte è la contaminazione delle sostanze tossiche sui terreni coltivati.
Proprio intorno a questi grossi centri, l’ILVA di Taranto e la Centrale a
carbone di Cerano, si concentra il lavoro dei due artisti invitati in mostra.
Sandro Mele, da sempre impegnato nel coniugare il linguaggio delle arti visive
con un autentico impegno sociale e politico, presente con la doppia
videoproiezione “Raccontami di Cerano” un viaggio poetico, realistico e tragico
ad un tempo sulla condizione degli abitanti della zona, schiacciati non solo
dalle critiche condizioni ambientali, ma anche dal sottile “ricatto lavorativo”
a cui sono sottoposti, soprattutto nelle produzioni agricole. Il
documento è strutturato con interviste ai lavoratori e
contadini brindisini che hanno perso il lavoro e la speranza nel futuro proprio
a causa della centrale, ed è supportato delle ricerche scientifiche condotte in
merito dal comitato NO al Carbone, protagonista della performance pensata per
l’occasione “C’erano anche loro”, in cui alcuni attivisti del gruppo si
presteranno, in collaborazione con Sandro Mele, a coadiuvare l’esigenza di
raccontare la storia delle persone comuni coinvolte nelle tragiche conseguenze
dell’impatto, politico, sociale ed ambientale, che la centrale ha sulla qualità
della vita. In mostra anche Gianluca
Marinelli, artista e storico d’arte, che
ha invece realizzato due video documentari sull’ILVA, "PLA 2" un found footage realizzato con i
filmati di propaganda dell’Italsider degli anni ‘60 e ‘70 (oggi Ilva) e
"L'Ambiente audio/cinetico di Antonio De Franchis" in cui
ricostruisce la singolare storia dell’artista operaio. In “PLA 2” l’artista analizza la
strategia dell’azienda di intrattenere rapporti molto stretti con artisti,
scrittori e cineasti, a cui commissionava, a fini sicuramente
“propagandistici”, progetti culturali da associare all’attività industriale per
rafforzare il proprio prestigio in ambito nazionale ed internazionale. Al
centro delle dinamiche relazionali, istituzionali, commerciali e politiche di
questo tipo di attività, la città portuale di Taranto, già oggetto di interesse
di Marinelli che è anche autore del libro “Taranto fa l’amore a senso unico”,
edito da Argo Editrice, in cui racconta proprio del controverso rapporto tra
l’arte e l’Ilva, che sarà presentato nel corso della manifestazione STREAMFEST
013 ONAIR. Nella seconda opera, il video documentario d’artista dedicato ad
Antonio De Franchis, un artista-operaio dell’Ilva, autore negli anni 60 di
complesse opere cinetiche spesso realizzate con il contributo tecnico
scientifico di professionalità esterne. I dispositivi di arte programmata creati dal
De Franchis, realizzati appunto grazie alle innovative nozioni di elettronica o
con l’uso di nuovi materiali provenienti dall’industria della plastica, non
solo stimolavano una attiva partecipazione del fruitore, ma soprattutto
inducevano ad un’incontenibile fiducia nei confronti della forma di Sviluppo
che stava prendendo piede in Italia in quegli anni di Boom economico. Il
docufilm affronta inesorabilmente la
variazione di clima e di attese incorso
a
partire dall'emergere delle prime problematiche ambientali sul finire degli anni '60 e di come tali
emergenze abbiano poi ispirato il lavoro di molti artisti locali."
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