di Emanuele Vinci, Presidente dell'Ordine dei medici - Brindisi
Si apprende che il Consiglio Comunale di Brindisi è chiamato nei
prossimi giorni ad assumere decisioni che condizioneranno gli indirizzi
del Comune in tema di politica energetica nei prossimi anni. Si tratta
di un tema fortemente correlato alla salute collettiva che non può
vedere assente l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della
Provincia di Brindisi.
Sono numerose le evidenze scientifiche circa un impatto negativo
sulla salute delle popolazioni vicine ad impianti energetici ed in
particolare a quelli che hanno come combustibile il carbone ed i rifiuti
comunque denominati.
Molte sono le sostanze (idrocarburi policiclici
aromatici, metalli pesanti tra cui l’arsenico, il mercurio, il nichel,
il piombo, polveri sottili, ossido di carbonio e anidride carbonica,
sostanze radioattive, ossidi di azoto e ossidi di zolfo, diossine e
furani) emesse in aria, acqua e suolo nonché nel residuo di combustione e
sono tutte particolarmente tossiche ed alcune cancerogene.
Le indagini epidemiologiche disponibili da diversi anni segnalano
nell’area ad alto rischio ambientale di Brindisi, e soprattutto nel
capoluogo, un eccesso di mortalità generale e per alcuni tumori in
particolare. Esistono studi recenti sull’aumento di mortalità e di
ricoveri per cause cardiovascolari nei giorni in cui si registra
innalzamento delle concentrazioni degli inquinanti nell’aria. E’ stato
rilevato un eccesso di malformazioni neonatali e la loro relazione con
l’emissione di SO2.
Se la prova del nesso causale esposizioni ambientali/patologie, sotto
il profilo della rilevanza penale, è materia che riguarda la
magistratura, il processo penale e i suoi attori, il fondamentale
principio di prevenzione impone invece a tutta la comunità brindisina, a
partire dai protagonisti della scena politico – istituzionale, di
adottare e valorizzare politiche di tutela dell’ambiente e della salute
pubblica di questa città, incentrate su un cospicuo abbattimento di
tutte le sostanze “sospettate” di incidere negativamente sulla salute
delle persone.
Il nostro compito non è quello di trovare soluzioni tecniche; ma,
come medici, riteniamo che le condizioni a cui siamo giunti necessitino
di interventi per invertire la tendenza, favorendo una drastica
riduzione delle emissioni nocive.
Considerato lo status di area ad alto rischio di crisi ambientale, è
necessario sollecitare un intervento legislativo regionale che, con le
innovative procedure della Valutazione Integrata di Impatto sulla Salute
(Vis), impedisca, per ragioni sanitarie, ulteriori insediamenti che
emettono sostanze tossiche e prescrivano rimedi per la riduzione di
quelli esistenti in tempi ragionevoli ma compatibili con il valore della
vita e della salute.
Si impone un grande impegno di tutte le forze culturali, sociali e
istituzionali responsabili, affinché i due diritti naturali e
costituzionali (la salute e il lavoro) non siano in competizione ma
trovino il giusto equilibrio in una politica dello sviluppo economico,
che dovrà essere compatibile con le esigenze sociali di occupazione, di
salute e di tutela ambientale, contemperando le esigenze delle
generazioni presenti con quelle delle generazioni future.
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