In altre parole mera propaganda!
Ma niente paura. Mentre l’Ascione o il Barlabà di turno salutavano i dirigenti scolastici elargendo quattrini, lavagne luminose, palloncini colorati e altre misere regalie, il movimento No al carbone, su invito degli stessi studenti, entrava dalla porta di servizio e riavvolgeva il nastro.
Riavvolgeva su se stesse tutte quelle belle parole
pronunciate fino ad un istante prima dai vari manager e dai vari responsabili
alla comunicazione sguinzagliati da Enel, perché quando si parla di Enel si deve necessariamente parlare di carbone. E
quando si parla di carbone bisogna parlare di malattie e morte.
Quasi i tre quarti di tutta l’elettricità prodotta in Italia
con il carbone è di ENEL. L'Agenzia Europea dell'Ambiente stima un costo
aggregato dei danni sanitari, economici e ambientali della Federico II che va
tra i 536 e i 707 milioni di euro, in riferimento ai dati di emissioni del
2009. E' questa la verità, altro che Play Energy, ambiente e sostenibilità.
Così dopo l'invito in un’assemblea del liceo scientifico "Monticelli" e dopo quello dei ragazzi dell’ UDS al parco Di Giulio, stamattina siamo stati invitati dal liceo classico "B. Marzolla" a partecipare ed intervenire nella loro assemblea. Più di un’ora contrapponendo un po'
di informazioni
alla pura propaganda che Enel attraverso i suoi concorsi fa passare nelle scuole.
Abbiamo srotolato e affisso una grande stampa di una foto
aerea, illustrando ai ragazzi la
situazione dell'impatto industriale sul territorio di Brindisi, mostrando loro
tutti i vari siti collocati in un abbraccio mortale intorno alla nostra città,
alle loro case, alle loro scuole. Troppi, veramente troppi. Una situazione talmente grave da essere
-crediamo - unica in Europa.
Abbiamo brevemente riassunto gli studi epidemiologi del Dr.
Latini e del Dr. Rosati, con i loro spaventosi numeri sulle malformazioni
neonatali, sulle patologie cardiache e respiratorie. Ma più di tutto, abbiamo
chiesto a questi ragazzi di unirsi a noi, di non subire, di lottare insieme a
noi per la loro terra, affinchè il
carbone, le milioni di tonnellate che si bruciano a Brindisi, diminuiscano
SUBITO e ci si avvii verso una riconversione a gas della centrale di Cerano,
mentre si chiuda definitivamente Edipower:
quel vecchio catorcio inquinante intollerabilmente accanto alle nostre case. Perchè non ci occorrono altri studi, non ci
occorrono altre indagini per capire che tutto quello che accade a Brindisi non
possa più essere accettato dalla sua stessa gente, neanche in nome del lavoro.
Finita l’assemblea salutiamo i ragazzi rinnovando
l'appuntamento a giovedì prossimo presso la sede nac, contenti di averli ospiti e partecipi nelle
nostre riunioni settimanali.
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