Una fiamma che esce
da una candela del Petrolchimico potrebbe passare inosservata. Potrebbe sembrare
una cosa naturale nel contesto di un panorama industriale, se non fosse che a
Brindisi delle aziende che operano ci si può fidare molto poco.
immagine d'archivio |
Il 21 settembre 2012, dopo un’accurata verifica da parte
della Procura che accertava il rientro dei livelli di inquinamento nei
parametri di legge, il sostituto procuratore Antonio Costantini disponeva il
dissequestro delle torce del Petrolchimico di Brindisi.
Le torce in questione furono sequestrate il 26 Ottobre 2010
dopo che per anni avevano smaltito illegalmente tonnellate di scorie gassose e sostanze
nocive, e dopo un'inchiesta che portò a 4 avvisi di garanzia per altrettanti
dirigenti delle aziende Polimeri Europa, (che nel frattempo ha cambiato nome e
si chiama Versalis-Eni) e Basell.
Un provvedimento "soft" quello della procura di
Brindisi, che da un lato imponeva il sequestro e dall'altro concedeva il
beneficio della facoltà d'uso per "evitare ripercussioni sul fronte
occupazionale".
(infatti ecco cosa accadeva il 9 agosto 2012 con le torce sequestrate ma con il beneficio di inquinare).
Un provvedimento morbido, che da un lato imponeva alle aziende un termine entro il quale apportare agli impianti modifiche utili a scongiurare per SEMPRE il fenomeno delle sfiammate e della conseguente immissione in atmosfera di grosse quantità di sostanze inquinanti, e dall'altra prorogava a più riprese tale termine.
Sono passati due mesi dal dissequestro e i brindisini
adesso possono stare tranquilli, è tutto apposto, il problema è stato definitivamente
risolto. Le modifiche agli impianti sono state apportate e sfiammate
dalle torce non ce ne saranno più.
Purtroppo però non è così.
Già qualche settimana fa una torcia del petrolchimico era
tornata a sfiammare e il fenomeno si è ripetuto durante tutta la giornata di ieri,
26 Novembre 2012. Stasera (27 Novembre 2012) il panorama è pressoché identico,
con una grossa candelina che illumina tutti gli impianti nelle vicinanze.
Il provvedimento di dissequestro del 21 Settembre prevedeva inoltre dei
dispositivi per cui, nel malaugurato caso di ulteriori incidenti con annesse
sfiammate sarebbe stato possibile, per gli organi di controllo, accertare in
tempo reale quantità e tipologie delle sostanze mandate in torcia.
Considerato che nelle giornate di oggi e di ieri è stato visibile in maniera costante il
fenomeno delle sfiammate da una torcia, e vista la scarsa fiducia nelle aziende
sarebbe lecito chiedere agli “organi di controllo” (ARPA o chi per lei) se questi dispositivi siano realmente
funzionanti, e se si quali siano le sostanze che da 48 ore vengono bruciate ed
emesse nell'aria.
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