Hanno progettato la distruzione di un altro posto "storico" di questa
città, un posto che evoca l'immagine di un popolo padrone dei suoi
luoghi.
Un' Autorità portuale, amica del carbone e del cemento, che col
benestare di Comune e Regione decide, ancora una volta, solo in base alle proprie
priorità. Il progetto prevede una "connessione con le banchine di
costa Morena Ovest, realizzando così un'unica cinta doganale”, come se
questa fosse una questione urgente e indispensabile, come se in un
porto già così tanto cementificato non ci possano essere altri attracchi utilizzabili.
Abbiamo sempre detto che il porto dovrebbe
tornare alla città e invece l'Autorità portuale continua a decidere
altro. Dobbiamo rassegnarci e poi lamentarci, a cosa avvenuta, rimpiangendo ciò che non si è fatto? O possiamo fare ancora qualcosa? Ci stanno
scippando da sotto il naso un altro pezzo di storia e di
porto nell'indifferenza più totale.
Ma quella è ancora la nostra
storica spiaggia! E' sporca e in abbandono ma non per questo va coperta di
cemento. Abbiamo tutti visto le tante bellissime foto di
S.Apollinare nel periodo del suo splendore ma purtroppo in tanti le
guardano e pensano solo "che bei tempi”, e non, "in cambio di
cosa abbiamo perso tutto questo?”
E non parliamo solo di una bella
spiaggia, ma della serenità e dell'armonia che queste foto
trasmettono. Di una comunità forse con meno denaro ma più "ricca",
innamorata della sua terra e in simbiosi con essa, che riusciva a
coniugare cultura contadina e marinara e proprio in questa spiaggia, con
le gare in agosto dei melloni prodotti, ne incorniciava il
connubio. Era come festeggiare ciò che di bello, buono e gioioso la
natura e il lavoro dell'uomo nel suo rispetto riuscivano a
scambiarsi. Proviamo a guardare quella zona immaginando che quella
spiaggia può tornare a vivere. E’
accanto ad un parco archeologico (Punta delle Terrare) che bisogna
tutelare e valorizzare. C’è la vecchia villa Skirmunt. Fu il primo
luogo abitato di Brindisi ed è il luogo dove la romana Brundusium soleva
celebrare le Feriae Augusti.
Ma certamente con la cementificazione questa
storia andrebbe perduta. Difendere Sant'Apollinare , con quello che ha
rappresentato e che è ancora vivo nel ricordo di tanti brindisini, può
essere il "risveglio".
Quella spiaggia va salvata, va pensato un
progetto per valorizzare tutta la zona e restituirla alla città e ai
turisti che potrebbero da lì godere della bellissima vista del
castello. Si potrebbe ricostruire il vecchio pontile, far attraccare
battelli che portino la gente a visitare il sito archeologico, e poi il
castello. Ed
ancora il vicino capannone ex Montecatini, splendido esempio di
archeologia industriale e possibile centro fieristico e di servizi. Si potrebbero fare tante cose riprendendo i
fili spezzati 50 anni fa, smettendo di accettare tutto come un qualcosa di
ineluttabile. Quanti altri pezzi di Brindisi dobbiamo ancora vedere
distrutti? Che futuro ci aspetta se continuano a cancellare il nostro
passato e le nostre radici? Non si può accettare quest’altro affronto,
quest’altra violenza al nostro territorio, alla nostra cultura e alla
nostra storia.
Ecco perchè oggi la pulizia di quel pezzo di spiaggia con la collaborazione dell' associazione Rinascita Civica, oltre ad essere un atto fisico e concreto è stato soprattutto un gesto simbolico. Bisogna iniziare a "ripulirsi" da
chi prende delle decisioni sulle nostre teste senza alcun rispetto, togliendoci la nostra terra, i nostri spazii, per destinarli agli usi
industriali o militari.
"Riprendiamoci Sant’Apollinare", riprendiamoci
la nostra storia, le nostre radici, torniamo ad essere protagonisti del
nostro futuro.
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