Le chiamano “mamme Nac”, e sono le donne che sperano di restituire un futuro migliore, e pulito, ai propri figli. La sigla sta per “Mamme No al carbone” immortalate insieme ai bimbi nella campagna informativa “Io ci metto la faccia” lanciata dagli ambientalisti brindisini in lotta per chiedere uno studio epidemiologico sulle malformazioni neonatali, che a Brindisi supera del 18 per cento il dato europeo. La percentuale indicata è il risultato di uno studio condotto dai ricercatori del Cnr di Lecce e di Pisa presso il reparto di Neonatologia dell'ospedale Perrino e della Asl di Brindisi. Studi secondo i quali su 7.644 neonati venuti al mondo negli anni fra il 2001 e il 2009, 176 sono affetti da patologie: tradotto vuol dire il 18 per cento di malformazioni congenite in più al resto del continente, tasso che raggiunge la soglia vertiginosa del 67 per cento in più rispetto alla media europea per le malattie cardiovascolari. Sulla base di questi risultati gli ambientalisti hanno chiesto agli enti locali la messa a punto di una ricerca epidemiologica, a sostegno della quale è stata avviata una petizione popolare che ad oggi ha raggiunto la soglia di 6mila firme. Dopo aver sottoscritto la petizione le mamme Nac, che hanno eletto a simbolo della lotta l’ormai celebre “passeggino rosso”, hanno deciso di metterci la faccia e quella dei propri bambini, su manifesti virtuali lanciati in rete grazie al progetto grafico di Gianni Delle Gemme e Mosè Ferrari. Nei venticinque scatti, nati da un’idea di Ornella Tarullo, ci hanno messo la faccia anche i papà.
(tratto da un articolo pubblicato su Repubblica.it di SONIA GIOIA)
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