23 dicembre 2012

BRINDISI. IL PORTO HUB: UNA CHIAVICA.

“I dati provvisori per il 1965, dimostrano che Brindisi è il Porto Adriatico di maggiore traffico passeggeri superando a volte anche Ancona, Venezia e Trieste.” (da:  “Lineamenti Economici della Provincia di Brindisi” - Camera diCommercio 1967) 

...Qual è realmente il “ruolo assegnato al Porto di Brindisi”?
“Porto: ... questa immensa risorsa è stata asservita allo sviluppo della grande Industria e degli interessi economici di alcuni operatori locali, con la conseguente rottura della identità fondativa fra città costruita e mare, tra Porto e comunità locale.”
“Non ci si può farci fagocitare dai settori di base a basso valore aggiunto (petrolchimica, energetica), indotti da sempre a tentare la trasformazione delle infrastrutture in uso riservato ed aziendalistico.”

Con queste meravigliose frasi del 2011, contenute negli atti preliminari al nuovo Piano Regolatore, qualcuno ha riavuto il coraggio di formalizzare nient’altro che tutta la verità sul condizionamento storico che Brindisi ha subìto negli ultimi cinquant’anni ed ancor’oggi, più che mai, subisce.

“Interventi realizzati dall’Autorità Portuale hanno annullato il vecchio rapporto identitario tra città e porto, mare e comunità”
 

La convinzione è che a moltissimi brindisini veraci piacerà sempre conservare il ricordo di un tempo non lontano.
Quando la bellezza dei lidi coloriva il fianco ai Fiumi Grande e   Piccolo.
  


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Il Porto è la vita per una città di mare.
Ma può essere la morte se lo si sfigura e uccide.

“In un momento così drammatico per la storia del porto di Brindisi, storicamente riconosciuto il porto d’imbarco dei passeggeri per la Grecia ed oggi tristemente e desolatamente vuoto, ognuno cerca il colpevole di questa rovina.”

“Ricordo, come tanti, cos’era Brindisi durante il periodo del fatidico milione di passeggeri, di quanto fosse bello quel periodo, di quante navi riuscivano ad ormeggiare in città e di quanti passeggeri riempivano i nostri corsi.”

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