“Il 12 è arrivato. Ed è stato come lo avevamo immaginato: lungo, freddo e carico di
tensione, ma con una voglia matta di esserci, di essere presenti anche per quella città che proprio non se la
sente di uscire di casa. Ancora una volta è mancata quasi per intero, come sono
mancati gli studenti , ma c'eravamo noi che di questa città ne facciamo parte e
forse è pure giusto così, vorrà dire che sbagliamo in qualcosa e dovremo
lavorarci ancora tanto. Ma non me la
sento di vederla nera, oggi abbiamo ottenuto un piccolo grande risultato, non
sappiamo come andrà a finire, ma sentire il nome dei NAC in quell'aula oggi mi
ha emozionato, riempito di gioia, resterà ancorato nei ricordi più belli della
mia vita. “
“Le arance ve le portiamo noi”, recitava uno dei tanti
cartelli delle Mamme-Nac che oggi hanno animato numerose il presidio dinanzi al tribunale. La
prima udienza del processo Enel presieduta dal giudice monocratico Cacucci era
fissata per le ore 9, ma già dalle 8, mentre in città gli attacchini si
apprestavano ad aggiornare i manifesti 6x3 della campagna di Greenpeace, noi
del movimento No al carbone insieme alle Mamme-Nac srotolavamo i primi
striscioni.
Nonostante il grande freddo e una costante minaccia di
pioggia, le prime ad arrivare al presidio sono le mamme del comitato “Mamme per Taranto”
che ringraziamo di cuore per la presenza . Sabato 15, nel corteo della
manifestazione di Taranto , la prima cosa che faremo sarà andarle a cercare per
sfilare al loro fianco!
L’udienza viene spostata alle ore 12 e poi successivamente
alle ore 14.30.
La folta presenza dei cittadini costringe anche il cambio
dell’aula, si va tutti nell’aula Metrangolo: l’aula bunker! Davanti al giudice Cacucci si costituiscono le
parti.
Gli imputati sono Lorenzo Laricchia e Giuseppe Varallo, responsabili del nastro trasportatore; Diego Baio,responsabile protempore
dell’ufficio Ambiente e sicurezza di Cerano; Calogero Sanfilippo, Luciano Pistillo e Antonino Ascione, tutti e tre ex
responsabili dell’Unità di business Brindisi-Cerano, e l’ex capo centrale
Vincenzo Putignano. Quindi Luca Screti, titolare della ditta “Nubile” e Aldo
Cannone, titolare della impresa omonima, addetti al trasporto carbone; Sandro
Valery, responsabile protempore area business Enel Produzione; Fausto Bassi,
Unità Business Cerano; Giammarco Piacente e Fabio De Filippo, unità operativa
Esercizio Ambiente e Sicurezza a Cerano;
Massimo Distante e Giovanni Madia, Movimentazione combustibili Cerano.
Tra le associacioni e i movimenti a presentare richiesta di
costituzione di parte civile c’è il Movimento No al carbone, Salute Pubblica,
Medicina Democratica, Greenpeace, Il comitato regionale di Legambiente, il Wwf,
Italia nostra e Federutenti. I comuni a presentare richiesta sono Brindisi, Torchiarolo, San Pietro V.co,
Trepuzzi e la Provincia di Brindisi. A queste richieste seguiranno quelle di
moltissimi agricoltori, a questo punto considerata la grande quantità di
documentazione depositata, è stato rinviato il tutto all’udienza del 7 gennaio.
Tra i grandi assenti ingiustificati sicuramente la regione Puglia
del presidente Niki Vendola, colui che in campagna elettorale dal palco di
piazza vittoria urlò queste parole: ”signori dell’Enel: il secondo tempo lo
giocheremo a Brindisi”. Niki Vendola a Brindisi non c’è più tornato (se n’è
guardato bene) e oggi ha girato le spalle a quella sessantina di agricoltori
che in questi anni hanno perso le loro terre e il loro reddito “sotto un velo di
quella cosa che per l’Arpa di Brindisi era una -polvere nerastra non separabile-”.
Ci vedremo dunque tra
poco meno di un mese ancora più determinati e intanto respingiamo al mittente con forza
e sdegno ogni tentativo di imbrattare
questo momento storico.
Abbiamo collaborato con orgoglio e soprattutto convinzione
alla campagna di sensibilizzazione di Greenpeace che anche alla vigilia di
questo importante processo ha continuato a ricordare che il carbone uccide.
Oggi però, puntuale come ad ogni chiamata dell’azienda
“oltraggiata”, arriva il comunicato del comitato dei "Si al carbone" capeggiato
dal sindacalista e dipendente Enel DePunzio che condanna l’iniziativa di Greenpeace
ed in particolare l’utilizzo delle foto dei nostri bambini per questa campagna
imponente.
Quei bambini, non sono soltanto i nostri figli ma sono i
figli di questo territorio per i quali qualcuno vuole continuare a scrivere un
futuro fatto di deficit polmonari, malattie respiratorie, asma infantile,
disordini dello sviluppo, patologie neuronali, cancro.
Fa bene il signor DePunzio ed il suo comitato a provare
vergogna per quelle foto: quei bambini, tutt’altro che ignari, invocano il
diritto ad un futuro migliore mentre voi difendete vergognosamente le sporche
verità del carbone.
Noi invece, continueremo a gridare l’unica soluzione:
fermare il carbone.
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