21 dicembre 2012

Un altro palasport a Brindisi (… al tempo della crisi) -di Bruno Storella-

“Il nuovo Palasport si farà entro il settembre 2014, parola del sindaco (!?) Ma per l’ENEL si va troppo al di là con il tempo  e così scoppia la polemica […] Le tempistiche esposte da Consales non sono state particolarmente gradite dall’ENEL Basket Brindisi, tanto da lasciar intravedere qualche nube sul futuro della pallacanestro a Brindisi”. Frasi, queste,  estrapolate, fra le altre, da un articolo di stampa apparso in questi giorni, dal titolo “minaccioso”: “Palasport subito o ce ne andiamo”.


Ed ancora, nell’articolo si legge  che i costi per la realizzazione del nuovo Palasport ammonterebbero complessivamente a circa 10 milioni di euri, così ripartiti (nelle intenzioni...): 5 milioni di euri a carico dell’amministrazione comunale e gli altri 5 milioni di euri a carico (sempre nelle intenzioni…) di alcuni privati (ancora da trovare….). E nel caso in cui non si dovessero trovare dei privati disposti a sborsare la loro parte? Nessun problema: l’amministrazione comunale provvederà all’accensione di un mutuo per reperire la somma occorrente.  Parola di sindaco (!?)


Che la città di Brindisi sia diventata, ormai da tempo, una sorta di ENELOPOLI, ovvero la città dell’ENEL, i  cui interessi sono esclusivamente incentrati sulla sua centrale a carbone, è un dato di fatto. Così come, di conseguenza, un dato di fatto è anche quello relativo alla privazione di quei diritti “naturali” che attengono, appunto, alla salute della popolazione brindisina, continuamente esposta al pericolo di patologie cancerogene dovute alle  emissioni nell’atmosfera delle polveri inquinanti prodotte dal carbonENEL.   


Ma, come se non bastasse l’ENEL, ora a dettare legge nella nostra città ci si mette anche la società dell’ENEL Basket, la quale pretende, con toni arroganti ed anche in tempi brevi, che la città di Brindisi costruisca a sue spese e metta a disposizione dell’ENEL squadra un nuovo Palasport, più grande di quello già esistente, minacciando, altrimenti, di far disputare le sue partite altrove.


Com’è evidente, quindi, qui si tratta di aver perduto, da parte dei dirigenti del basket brindisino, completamente il ben dell’intelletto o, per chi preferisce, i lumi della ragione.   La risposta più pertinente a tale assurda richiesta, da parte dell’amministrazione comunale, sarebbe quella di regalare alla società dell’ENEL Basket, in occasione delle imminenti festività natalizie,  un CD contenente la famosa canzone di Alberto Sordi: “Ve c’hanno mai mannato a quel paese…”. 


E invece, no, dal momento che i lumi della ragione pare che siano stati smarriti, almeno nella circostanza, anche dagli occupanti del “Palazzo”, i quali, in un periodo come questo, contrassegnato da una crisi economica devastante e la cui fine sembra essere ancora assai lontana, invece di impiegare ogni sforzo economico in “primis” a favore delle categorie di persone più svantaggiate, che sono tante in città,  e più in generale a favore di servizi primari utili all’intera collettività, ritengono più opportuno spendere il denaro pubblico, circa una decina di milioni di euri, per la costruzione di un altro “Palazz…etto” dello sport, utile solo all’ENEL Basket e a qualche migliaio di suoi aficionados.  


Per la cronaca, a Torino, la società di calcio della Juventus, quando non ha più ritenuto funzionale alle sue esigenze lo stadio comunale, ha realizzato per proprio conto una nuova struttura sportiva: lo “Juventus Stadium”, facendosi totalmente carico di tutte le spese, senza nulla chiedere al Comune torinese e di conseguenza non gravando in alcun modo a carico dei cittadini.


Ecco, se l’ENEL Basket ha necessità di avere un altro Palasport (“più bello e più grande di quello di pria”, come direbbe il Gastone di Petrolini), perché l’esistente “PalaElio”, di proprietà del Comune, non è più rispondente alle sue necessità, allora se lo faccia fare a spese dell’ENEL,  che è il suo “patron” e del quale, peraltro, la squadra si fregia di portare con un certo vanto anche il nome. Sarebbe l’unica occasione, forse, ove ciò accadesse,  in cui l’ENEL  darebbe qualcosa alla città’, visto che sino ad oggi è stato sempre il contrario.


In proposito, inoltre, è d’obbligo la domanda: Il giorno in cui l’ENEL non sponsorizzerà più il basket cittadino (cosa che prima o poi accadrà inevitabilmente), ci saranno imprenditori brindisini in grado di sostenere economicamente la squadra agli attuali livelli nazionali? O anche il basket farà la stessa ingloriosa fine che ha fatto il calcio di questa città? E a quel punto a cosa servirebbero due Palasport in una città come la nostra che si trova agli  ultimi posti della graduatoria fra le città italiane, per (dis)occupazione, per (in)vivibilità, per reddito pro-capite, ecc.ecc.?


Volendo augurarsi, quindi, un lieto fine della vicenda, sarebbe auspicabile che l’amministrazione comunale di Brindisi, con  quel bel po’ di milioni di euri risparmiati e avanzati… nelle casse (con la gioia dei brindisini ENEL dolore… del baskettini), investisse più saggiamente quel denaro (pubblico) in più valide e necessarie iniziative di pubblica utilità, al fine di favorire al meglio l’attuale insufficiente qualità di vita della popolazione brindisina tutta.


C’è un aforisma di La Rochefoucauld  che dice: “Troviamo dotate di buon senso soltanto le persone che la pensano come noi”. Ora, se i cittadini di Brindisi non la pensano come i loro amministratori, non è che siano privi di buon senso (perché, come dice Cartesio: “Nulla è più equamente distribuito del buon senso… “), ma è che gli stessi intendono  fare uso della libertà che hanno, come per esempio la libertà di pensiero e quindi la libertà di parola.


Per concludere con un sorriso, seppur malinconico: se gli amministratori pubblici non rappresentano gli interessi dei cittadini, cosa si aspetta a cambiare questi benedetti… cittadini?

Dott. Bruno Storella


(fonte: BrindisiSera)

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