“Il nuovo Palasport si farà entro il settembre 2014,
parola del sindaco (!?) Ma per l’ENEL si va troppo al di là con il
tempo e così scoppia la polemica […] Le tempistiche esposte da Consales
non sono state particolarmente gradite dall’ENEL Basket Brindisi, tanto
da lasciar intravedere qualche nube sul futuro della pallacanestro a
Brindisi”. Frasi, queste, estrapolate, fra le altre, da un articolo di
stampa apparso in questi giorni, dal titolo “minaccioso”: “Palasport
subito o ce ne andiamo”.
Ed ancora,
nell’articolo si legge che i costi per la realizzazione del nuovo
Palasport ammonterebbero complessivamente a circa 10 milioni di euri,
così ripartiti (nelle intenzioni...): 5 milioni di euri a carico
dell’amministrazione comunale e gli altri 5 milioni di euri a carico
(sempre nelle intenzioni…) di alcuni privati (ancora da trovare….). E
nel caso in cui non si dovessero trovare dei privati disposti a sborsare
la loro parte? Nessun problema: l’amministrazione comunale provvederà
all’accensione di un mutuo per reperire la somma occorrente. Parola di
sindaco (!?)
Che la città di Brindisi sia
diventata, ormai da tempo, una sorta di ENELOPOLI, ovvero la città
dell’ENEL, i cui interessi sono esclusivamente incentrati sulla sua
centrale a carbone, è un dato di fatto. Così come, di conseguenza, un
dato di fatto è anche quello relativo alla privazione di quei diritti
“naturali” che attengono, appunto, alla salute della popolazione
brindisina, continuamente esposta al pericolo di patologie cancerogene
dovute alle emissioni nell’atmosfera delle polveri inquinanti prodotte
dal carbonENEL.
Ma, come se non bastasse
l’ENEL, ora a dettare legge nella nostra città ci si mette anche la
società dell’ENEL Basket, la quale pretende, con toni arroganti ed anche
in tempi brevi, che la città di Brindisi costruisca a sue spese e metta
a disposizione dell’ENEL squadra un nuovo Palasport, più grande di
quello già esistente, minacciando, altrimenti, di far disputare le sue
partite altrove.
Com’è evidente, quindi, qui
si tratta di aver perduto, da parte dei dirigenti del basket brindisino,
completamente il ben dell’intelletto o, per chi preferisce, i lumi
della ragione. La risposta più pertinente a tale assurda richiesta, da
parte dell’amministrazione comunale, sarebbe quella di regalare alla
società dell’ENEL Basket, in occasione delle imminenti festività
natalizie, un CD contenente la famosa canzone di Alberto Sordi: “Ve
c’hanno mai mannato a quel paese…”.
E
invece, no, dal momento che i lumi della ragione pare che siano stati
smarriti, almeno nella circostanza, anche dagli occupanti del “Palazzo”,
i quali, in un periodo come questo, contrassegnato da una crisi
economica devastante e la cui fine sembra essere ancora assai lontana,
invece di impiegare ogni sforzo economico in “primis” a favore delle
categorie di persone più svantaggiate, che sono tante in città, e più
in generale a favore di servizi primari utili all’intera collettività,
ritengono più opportuno spendere il denaro pubblico, circa una decina di
milioni di euri, per la costruzione di un altro “Palazz…etto” dello
sport, utile solo all’ENEL Basket e a qualche migliaio di suoi
aficionados.
Per la cronaca, a Torino, la
società di calcio della Juventus, quando non ha più ritenuto funzionale
alle sue esigenze lo stadio comunale, ha realizzato per proprio conto
una nuova struttura sportiva: lo “Juventus Stadium”, facendosi
totalmente carico di tutte le spese, senza nulla chiedere al Comune
torinese e di conseguenza non gravando in alcun modo a carico dei
cittadini.
Ecco, se l’ENEL Basket ha
necessità di avere un altro Palasport (“più bello e più grande di quello
di pria”, come direbbe il Gastone di Petrolini), perché l’esistente
“PalaElio”, di proprietà del Comune, non è più rispondente alle sue
necessità, allora se lo faccia fare a spese dell’ENEL, che è il suo
“patron” e del quale, peraltro, la squadra si fregia di portare con un
certo vanto anche il nome. Sarebbe l’unica occasione, forse, ove ciò
accadesse, in cui l’ENEL darebbe qualcosa alla città’, visto che sino
ad oggi è stato sempre il contrario.
In
proposito, inoltre, è d’obbligo la domanda: Il giorno in cui l’ENEL non
sponsorizzerà più il basket cittadino (cosa che prima o poi accadrà
inevitabilmente), ci saranno imprenditori brindisini in grado di
sostenere economicamente la squadra agli attuali livelli nazionali? O
anche il basket farà la stessa ingloriosa fine che ha fatto il calcio di
questa città? E a quel punto a cosa servirebbero due Palasport in una
città come la nostra che si trova agli ultimi posti della graduatoria
fra le città italiane, per (dis)occupazione, per (in)vivibilità, per
reddito pro-capite, ecc.ecc.?
Volendo
augurarsi, quindi, un lieto fine della vicenda, sarebbe auspicabile che
l’amministrazione comunale di Brindisi, con quel bel po’ di milioni di
euri risparmiati e avanzati… nelle casse (con la gioia dei brindisini
ENEL dolore… del baskettini), investisse più saggiamente quel denaro
(pubblico) in più valide e necessarie iniziative di pubblica utilità, al
fine di favorire al meglio l’attuale insufficiente qualità di vita
della popolazione brindisina tutta.
C’è un
aforisma di La Rochefoucauld che dice: “Troviamo dotate di buon senso
soltanto le persone che la pensano come noi”. Ora, se i cittadini di
Brindisi non la pensano come i loro amministratori, non è che siano
privi di buon senso (perché, come dice Cartesio: “Nulla è più equamente
distribuito del buon senso… “), ma è che gli stessi intendono fare uso
della libertà che hanno, come per esempio la libertà di pensiero e
quindi la libertà di parola.
Per concludere
con un sorriso, seppur malinconico: se gli amministratori pubblici non
rappresentano gli interessi dei cittadini, cosa si aspetta a cambiare
questi benedetti… cittadini?
Dott. Bruno Storella
(fonte: BrindisiSera)
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