fonte Tarantojournal.it
Rifiuti pericolosi tra gli ulivi secolari delle campagne brindisine.
Circa 30 mila metri quadrati di terreno adibiti a discarica. Scoperte
dai Carabinieri del Noe di Brindisi 15 mila tonnellate di rifiuti
tossici provenienti da una zona del porto di Taranto (quella dell'ex
Belleli). Indagate quattro persone. Estesa su trentamila metri quadrati,
su una vastissima zona agricola della provincia brindisina (nelle
località Mascava e Contrada Chiusa Grande, nei pressi di San Vito dei
Normanni), una discarica di rifiuti pericolosi è stata scoperta dai
Carabinieri del Noe di Brindisi. Si tratta di oltre 15 mila tonnellate
di rifiuti speciali, costituiti da fanghi di dragaggio, inerti da
demolizioni edili conglomerato bituminoso, plastiche e rifiuti ferrosi,
provenienti da una particolare zona del porto di Taranto, quella dell’ex
Belleli.
Fabio Matacchiera scrive su Facebook: -
Per questi fanghi, nel 1992, richiesi l'intervento del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Roma (all'epoca il NOE non era ancora presente in Puglia). In particolare, ricordo, che contattai proprio il comandante del NOE, un tale Cap. Sica. Ero molto preoccupato per le operazioni di dragaggio del fondale marino antistante gli scarichi delle acque di raffreddamento dell'Ilva di Taranto. Un fondale che era anche adiacente agli ex cantieri Belleli, presso cui si stava realizzando un'imponente piattaforma off-shore che doveva essere trasferita, via mare, nei paesi scandinavi. Ma la piattaforma non poteva essere varata perchè i fanghi, che si erano depositati davanti agli scarichi dell'ILVA, avevano innalzato, nel tempo, il livello del fondale marino e la piattaforma si sarebbe incagliata se non si fosse provveduto ad una imponente azione di dragaggio. Noi di Caretta caretta facemmo analizzare quei fanghi ed il risultato fu a dir poco sconcertane (secondo la vechia normativa, erano classificabili come "RIFIUTI TOSSICO NOCIVI" proprio per l'elevata quantità di IPA e metalli pesanti). Per ASL/Ta1 era tutto apposto. Analizzarono per l'Asl Virtu' e Calabro'. Quali erano le analisi giuste??? Le nostre di Caretta caretta o quelle della ASL/TA1??? Forse, a distanza di decenni, saprò la verità!
Per questi fanghi, nel 1992, richiesi l'intervento del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Roma (all'epoca il NOE non era ancora presente in Puglia). In particolare, ricordo, che contattai proprio il comandante del NOE, un tale Cap. Sica. Ero molto preoccupato per le operazioni di dragaggio del fondale marino antistante gli scarichi delle acque di raffreddamento dell'Ilva di Taranto. Un fondale che era anche adiacente agli ex cantieri Belleli, presso cui si stava realizzando un'imponente piattaforma off-shore che doveva essere trasferita, via mare, nei paesi scandinavi. Ma la piattaforma non poteva essere varata perchè i fanghi, che si erano depositati davanti agli scarichi dell'ILVA, avevano innalzato, nel tempo, il livello del fondale marino e la piattaforma si sarebbe incagliata se non si fosse provveduto ad una imponente azione di dragaggio. Noi di Caretta caretta facemmo analizzare quei fanghi ed il risultato fu a dir poco sconcertane (secondo la vechia normativa, erano classificabili come "RIFIUTI TOSSICO NOCIVI" proprio per l'elevata quantità di IPA e metalli pesanti). Per ASL/Ta1 era tutto apposto. Analizzarono per l'Asl Virtu' e Calabro'. Quali erano le analisi giuste??? Le nostre di Caretta caretta o quelle della ASL/TA1??? Forse, a distanza di decenni, saprò la verità!
bel articolo
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