Non è il
miracolo del Santo il cui sangue si fonde all’acqua marina divenendo candida
spuma. Da queste parti, di miracoli attribuibili a San Gennaro, di per sè già
troppo impegnato altrove, non ne sono
mai accaduti.
La storia vera è un’altra.
Laddove
tutti sono indaffarati con i preparativi domenicali del Wine Festival, evento
strepitoso ricco di sponsor del buon vino, succede che lungo la costa sud del
brindisino, precisamente a Torre S.Gennaro, la scogliera sia invasa da un’allarmante
schiuma biancastra.
Da un
articolo di giornale del 9 giugno, stralciando qualche frase, si rileva:
“L’episodio
si è verificato questa mattina sotto gli occhi di numerosi villeggianti. La
massa di schiuma, che si è lasciata dondolare tra le onde per diverse ore prima
di finire nel porticciolo della marina di Torre San Gennaro, ha destato non
poche preoccupazioni e polemiche. La provenienza naturalmente non si è potuta
accertare: per chi sostava sulla costa, è comparsa all’improvviso.”
“Quello che
allarma è che, qualunque sia la provenienza, quella schiuma non si è dissolta
nel mare, è rimasta bianca e consistente fino a quando non ha toccato la riva.
Segno che la concentrazione delle sostanze che la componevano era più che
elevata.”
Stante la
solita difficoltà di accertamenti, qualcuno dai facili proseliti potrebbe
sentirsi autorizzato ad attribuire il fenomeno all’incontrollato e dissennato uso di detersivi per il lavaggio
della biancheria delle numerose case spontanee sorte nella zona, i cui abitanti
si incaponiscono affettuosamente a voler frequentare spiagge inquinate e mare
blu contaminato. Ma la gente ormai sa che non è così, che non può continuare a
farsi burlare con storielle volgari raccontate da chi, evidentemente, ha
interresse a divulgarle senza mai spiegarne la morale che c’è dietro.
“Potrebbe
essere residuo di detersivo utilizzato dalle navi (nessuna però era visibile
all’orizzonte) per il lavaggio di qualche cisterna, potrebbe essere uno scarico
di qualche impianto industriale che si affaccia nel mare brindisino. Per
accertarlo bisognerebbe effettuare dei controlli, capire se questa mattina
c’erano navi che passavano vicino a quel tratto di costa, provare a capire se
sono state lavate le cisterne e come. Si sarebbero dovuti ispezionare gli
scarichi degli impianti industriali, quantomeno per escludere la loro
responsabilità. Invece quella schiuma si è dissolta da sola senza che nessun
ente avesse eseguito un sopralluogo.”
Voi niente
paura, concittadini che leggete, tranquilli, se la Marina di Ostuni conquista per
il quinto anno consecutivo “le Cinque Vele” per il mare più pulito, nella vostra Brindisi città:
“La gestione commissariale della Provincia dà seguito
al progetto varato il 29 gennaio del 2007 ...per un monitoraggio delle acque
costiere ... finanziato dalle sette aziende maggiori del polo chimico ed energetico
brindisino, ... un milione di euro in cinque anni. Il 25 giugno 2013 verranno
stipulate le nuove convenzioni tra Enel, le società del Petrolchimico di
Brindisi (Versalis, Syndial, Basell, Enipower, Chemgas), Sanofi Aventis,
Edipower e la Provincia.”...“Scopo delle convenzioni la prosecuzione del
Piano quinquennale di monitoraggio per la definizione della qualità
dell’ambiente marino costiero antistante il polo industriale di Brindisi.”
Bisognerebbe,
bisognerebbe, bisognerebbe. Si potrebbe, potrebbe. Si dovrebbe. Capire, capire.
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