19 giugno 2013

LE TENDE SUL MONTE AMIATA

Dal 10 al 14 luglio, Coordinamento Sos Geotermia insieme al Forum italiano Movimenti per l’Acqua, alla Rete StopEnel e al Forum contro le Grandi Opere Inutili e Imposte promuovono un incontro nazionale sul monte Amiata, un momento per confrontarsi tra differenti battaglie per la difesa del territorio e la riappropriazione dei beni comuni, oltre che un appuntamento per sostenere la lotta locale contro lo sfruttamento intensivo della geotermia.

«Il nuovo assetto che governa le nostre vite – si legge in una nota diffusa dai promotori dell’incontro – è basato su un saccheggio sistematico che produce costante erosione della ricchezza sociale e dei diritti conducendo alla precarietà e alla povertà, individuale e sociale. Un modello destinato ad aggredire i territori con sempre maggior violenza e ad utilizzare strumenti come le privatizzazioni e la finanziarizzazione per saccheggiare beni e servizi comuni. In Italia come in Grecia, Turchia, Brasile». Su questi temi, come ormai noto, sono diffuse diverse esperienze di resistenza: «le battaglie a difesa dei territori e dei beni comuni rappresentano uno dei più importanti ostacoli all’aggressione dei processi di privatizzazione e finanziarizzazione. Sono relazioni ed alleanze che si pongono su un piano avanzato, innovativo, passando dalla posizione di trincea ad un vero e proprio rilancio di alternative e di nuovi assetti economici e sociali».
La tesi più in voga – ha spiegato, tra gli altri, Clément Homs -, è che non vi è alcuna necessità di uscire dal sistema economico, di cambiare la struttura della nostra vita quotidiana, ma solo che si dovranno utilizzare la tecnica e la scienza per permettere a questo sistema morto, che è l’organizzazione attuale delle nostre società, di sopravvivere. È la tesi dello sviluppo sostenibile. Contro questi nuovi inganni occorre ribellarsi. «Il problema dello sviluppo sostenibile è che si tratta di un vero e tragico inganna babbei, perché non è capace di vedere che la crescita annulla completamente, per effetto del volume, gli effetti positivi delle sue indicazioni operative». In altre parole, «le soluzioni scientifiche e tecniche rappresentano pertanto un inganno perché non sono mai sufficienti», come sanno bene, ad esempio, i cittadini dell’Amiata che resistono contro diversi «ambientalisti» a cui piace lo sfruttamento intensivo geotermico. «Non solo abbiamo bisogno di smantellare il capitalismo – scrive Homs (l’articolo completo lo trovate QUI)-, ma abbiamo anche bisogno di un “investimento civilizzativo”, come sostiene Edgar Morin. Ci manca soltanto una politica, se non anche una metapolitica! Cioè una grande trasformazione dei nostri immaginari!».
Per questo, secondo i promotori dell’incontro sull’Amiata occorre dunque mettere in comunicazione le esperienze di resistenza e sperimentare strategie comuni «per contrastare la finanziarizzazion dei beni comuni, delle risorse naturali e dei territori e la rottura democratica che questo comporta, dettata dalle dinamiche di un nuovo e più aggressivo capitalismo improntato sulla speculazione sui beni collettivi necessari alla vita»
La proposta di quest’incontro nasce dalla necessità di condividere riflessioni, esperienze, prospettive e strategie con movimenti e comitati che oggi stanno lottando in questa prospettiva. I presupposto sono chiari e importanti: «Non intendiamo creare nessun nuovo contenitore, rete o movimento dei movimenti, né tanto meno offrire un’occasione elettorale a nessuno. Quello che proponiamo è costruire un’opportunità per delineare nessi e punti in comune in cui riuscire ad individuare alcune azioni coordinate. Ci piacerebbe fare uno sforzo di astrazione dalle singole esperienze per fare un passo in avanti tutti/e insieme». Insomma, scrivono da uno dei monti più belli dell’Appennino, «vorremmo costruire una leva collettiva per sollevarci da quelle imposizioni che schiacciano le nostre vite e i nostri territori ribaltando il profitto generato sulle nostre vite».
Il respiro nazionale ma anche internazionale dell’evento si intreccia con il sostegno concreto alle battaglie contro le bugie della green economy finanziarizzata, incarnate bene dalla geotermia sull’Amiata «che produce morte, prosciuga uno dei bacini idrici più grandi d’Europa, garantisce profitto all’Enel e che inquina la democrazia nel territorio». Una storia simile a tante altre nei nostri territori.
«Da qui intendiamo ripartire per difendere i beni comuni e riprenderci il futuro. Tutti in tenda sul Monte Amiata!».

Per info e adesioni: campeggio_amiata@acquabenecomune.org

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